Il cratone Pilbara è una antichissima e stabile porzione della litosfera continentale, situata nella regione di Pilbara, in Australia Occidentale.
È uno delle sole due croste incontaminate dell'Archeano identificate sulla Terra, risalente a 2,7-3,6 miliardi di anni fa; l'altra è il cratone del Kaapvaal in Sudafrica. Entrambi questi luoghi potrebbero essere stati parte del supercontinente Vaalbara o del continente di Ur. Studi effettuati analizzando la composizione degli isotopi dell’ossigeno nei cristalli di zirconi presenti nelle rocce del cratone avrebbero confermato le ipotesi preesistenti in base alle quali i processi che hanno formato i continenti sono iniziati con impatti di meteoriti giganti.
Nel maggio 2017 sono stati trovati in depositi di geyserite e altri minerali risalenti a 3,48 miliardi di anni e appartenenti al cratone Pilbara, quelle che sono ritenute essere tra le più antiche testimonianze dell'evoluzione della vita sulla Terra.
Le più antiche evidenze dirette della vita sulla Terra sembrano essere alcuni fossili di microorganismi completamente mineralizzati ritrovati in rocce di selce risalenti a 3,465 miliardi di anni fa.
Note
Bibliografia
- Cawood, P.A, e N.H.S. Oliver (2001), Early tectonic dewatering and brecciation on the overturned sequence at Marble Bar, Pilbara Craton, Western Australia: dome-related or not?, Precambrian Research, fascicolo: 1, Vol. 105, pp. 1–15. Online Abstract: [1]
- Dann, J., M. J. de Wit, S. H. White e E. Zegers. (1998), Vaalbara, Earth's oldest assembled continent? A combined structural, geochronological, and palaeomagnetic test. [2]
- Kato, Yasuhiro e Kentaro Nakamura (2003), Origin and global tectonic significance of Early Archean cherts from the Marble Bar greenstone belt, Pilbara Craton, Western Australia. Precambrian Research, Vol. 125, Capitoli 3-4, 25 agosto, pp. 191–243.
- Masadab, Yuki, Hiroaki Ozawa e Masaru Terabayashi (2003), Archean ocean-floor metamorphism in the North Pole area, Pilbara Craton, Western Australia. Precambrian Research, Vol. 127, Capitoli 1-3, 10 novembre, pp. 167–180.
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